FERMO - Il racconto delle esperienze dei laboratori e i dialoghi tra corsisti e docenti saranno al centro del convegno di chiusura di “La musica come fonte di benessere”, il 16 febbraio alle ore 16,00, alla Scuola Superiore di Mediazione Linguistica di Fermo.
Il progetto di welfare culturale ha visto la realizzazione cinque laboratori per sperimentare le varie forme espressive della musica e il suo ruolo formativo nel corso della vita di ciascuno. A organizzalo, una rete di ets, formata dalla Università Popolare di Fermo, col sostegno di CSV Marche nell’ambito dei progetti di formazione partecipata e i partner Auser Volontariato Fermo, Corale della Cappella Musicale della Cattedrale, Società Italiana di Educazione Musicale (SIEM), e con la partecipazione del Conservatorio di musica di Fermo, del Comune di Fermo e dell’Ambito sociale XIX. Il convegno vede gli interventi, tra gli altri, dei Maestri Annibale Rebaudengo e Annarosa Agostini, del musicista Leonardo Damiani, di Carla De Filippo, Francesca Nobili, Elena Bettucci
Durante gli incontri dei laboratori trascorsi, i venti partecipanti si sono impegnati in attività di improvvisazioni strumentali individuali, in coppia e in gruppo, danze, uso della voce e coralità, in un racconto di autobiografia musicale. “Si è attivato per ciascuno un processo verso una maggiore consapevolezza del proprio linguaggio sonoro come manifestazione vitale e verso un cambiamento di stato dell’essere prodotto dalle emozioni delle quali erano intrise le esperienze personali vissute”, spiegano gli organizzatori. In breve fare musica e senso di benessere è stato tutt’uno perché la musica è connaturata al nostro essere biologico, oltre che caratteristica dell’identità culturale, per questo la musica è vera fonte di Benessere.
Il welfare culturale è un approccio che prevede di integrare ambiti e competenze differenti (sociali, artistiche, sanitarie), affinché il patrimonio culturale diventi uno strumento di benessere e di prevenzione della salute in un’ottica biopsicosociale, sostenendo cioè il processo di cura e di crescita personale.
Le pratiche artistiche sono lo strumento più efficace per sviluppare progetti integrati e partecipativi che portano benessere e mantenimento di un buono stato di salute.
È sancito anche dall’Organizzazione mondiale della Sanità il riconoscimento dell’efficacia di specifiche attività culturali, artistiche e creative come fattore di promozione della salute, di benessere soggettivo e soddisfazione per la vita, di invecchiamento attivo e contrasto alla depressione e al decadimento psicofisico. Il report dell’OMS pubblicato nel 2019 contiene i risultati di tremila ricerche in tal senso e cominciano a vedersi importanti interventi come le “prescrizioni d’arte”. Il Cultural Welfare Center ha tradotto in italiano l’intero report.
Alcune frasi di chi ha partecipato ai laboratori di “La musica come fonte di Benessere”: “Fare musica insieme, ballarla, improvvisarla al di fuori dai codici conosciuti nei secoli della nostra cultura è un’esperienza formidabile… nessuno ti chiede cosa fai, o di definirti al di là della tua soddisfazione di essere lì e fare musica insieme” e ancora “si sono create relazione nate dall’unico stimolo da ascoltare: la risonanza della vibrazione corporo sonoro e il suo legame con lo stato emotivo”.
Una prima autovalutazione da parte dei partecipanti è stata effettuata attraverso un modulo Google e una approfondita valutazione sarà curata, durante il convegno, dal maestro Annibale Rebaudengo, docente emerito del Conservatorio di Milano, membro della SIEM (Società Italiana di Educazione Musicale) e autore del libro “La musica per amare la vita”.
Al Convegno saranno presentati gli sviluppi e le prossime iniziative del progetto.