ANCONA - Da Dotti a Sossai, da Sabbadini a Ripamonti, da Fiaschi a Musella: alcuni esperti e specialisti di Terzo settore, volontariato, statistica, diritti umani dialogano, riflettono e si interrogano – nell’ultimo numero di Vdossier appena pubblicato e che potete leggere qui anche in versione digitale – sui cambiamenti che la pandemia impone al non profit. In questo numero c’è spazio anche per il racconto di attività, progetti e iniziative delle associazioni non profit impegnate in questa fase di ricostruzione.

Comunità, povertà, prossimità, aggregazione, rete, mission, filantropia, fisco ed entrate: sono alcune delle “voci” del volontariato che cambieranno dopo la pandemia. Infatti in questa fase di ricostruzione di un mondo nuovo post emergenza sanitaria e lockdown, anche il non profit è chiamato a ripensare se stesso per innovarsi, affinché il contagio della solidarietà diventi collante per il tessuto sociale e architrave del welfare. L’obiettivo è importante. La sfida culturale impegnativa, anche per i Centri di servizi. Per questo motivo abbiamo chiesto a un pool di studiosi, esperti e specialisti di Terzo settore e non solo (da Dotti a Sossai, da Sabbadini a Ripamonti, da Fiaschi a Musella solo per citarne alcuni) di dialogare, riflettere e interrogarsi su questo argomento. Non solamente un confronto aperto però: sono state raccolte anche una serie di esperienze e una galleria di testimonianze sulla valutazione attività, progetti e iniziative delle associazioni non profit impegnate nel favorire questi cambiamenti.

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