Il premio Ho l’Africa nel cuore a Aboubakar Soumahoro

Città: FANO (PU) - Venerdì, 18 Settembre 2020 Scritto da Staff CSV MArche

Riceviamo e pubblichiamo da L'Africa Chiama Onlus sulla XXIII edizione della Settimana Africana Regionale, in programma dal 27 Settembre al 3 Ottobre.

FANO (Pu) - La ventitreesima edizione della Settimana Africana Regionale, promossa dalla onlus fanese L’Africa Chiama, si terrà a Fano dal 27 Settembre al 3 Ottobre: una settimana ricca di eventi e numerose iniziative volte ad accendere i riflettori sull’Africa, il continente più dimenticato e oppresso. Un evento ideato 23 anni fa dal fondatore della onlus, Italo Nannini, scomparso lo scorso 22 marzo e al quale viene dedicata l’edizione 2020.

La cerimonia di premiazione e l’incontro con Aboubakar Soumahoro si terrà Giovedì 1 Ottobre alle ore 18.30 presso Sala Santa Maria del Gonfalone (Via Rinalducci), all’interno della Settimana Africana Regionale che avrà inizio Domenica 27 Settembre e si concluderà con la Notte Nera Sabato 3 Ottobre.

Come nelle precedenti edizioni, in occasione della manifestazione l’associazione assegna il Premio Ho l’Africa nel Cuore (sedicesima edizione) a persone che si sono contraddistinte per l’attenzione e la sensibilità dimostrata verso l’Africa e la sua gente.

Quest’anno il premio verrà consegnato ad Aboubakar Soumahoro, originario della Costa d’Avorio e in Italia dal 1999, attivista in prima linea in difesa dei lavoratori agricoli e contro lo sfruttamento ed il caporalato e tra i fondatori della Coalizione Internazionale Sans-Papiers, Migranti e Rifugiati (CISPM).

“Non smetteremo mai di lottare finché l’essere umano sfrutta l’essere umano e la natura per avidità.”
Laureato in Sociologia all’Università Federico II, Aboubakar Soumahoro partecipò alla creazione di un “ambulatorio medico popolare”, contribuendo anche a creare un comitato di migranti e riuscendo a portare la questione della condizione lavorativa e della contrapposizione alla frammentazione dei lavoratori in generale al centro del dibattito sindacale.

Il 2 giugno del 2018 l’uccisione del sindacalista dell’USB (Unione Sindacale di Base) Soumaila Sacko nella piana di Gioia Tauro riportò al centro della discussione nazionale – e per la prima volta dalla rivolta di Rosarno del 2010 – la questione del lavoro nero nei campi, dando inizio a una serie di mobilitazioni in tutto il paese di cui Soumahoro fu la voce principale.

Durante la pandemia di COVID-19, Aboubakar Soumahoro si è fatto promotore di una serie di iniziative e di raccolte fondi autonome, per comprare beni di prima necessità e mascherine per i braccianti; il 21 maggio ha indetto il cosiddetto “Sciopero degli Invisibili”, a cui hanno partecipato lavoratori dei campi ma anche consumatori e consumatrici che non hanno acquistato frutta e verdura dai supermercati, cioè dalla grande distribuzione che, dice Soumahoro, imponendo prezzi e condizioni di acquisto dei prodotti favorisce lo sfruttamento.

Il 16 giugno, in pieno dibattito sulla regolarizzazione delle persone migranti, è stata molto raccontata la sua protesta vicino a Villa Pamphilj, a Roma, durante gli “Stati generali dell’economia”: accompagnato da altri attivisti del sindacato, Aboubakar Soumahoro si è incatenato ed ha iniziato uno sciopero della fame e della sete, chiedendo al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di essere ascoltato. Alla fine, dopo oltre otto ore di presidio, è stato ricevuto da Conte alla presenza del ministro dell’Economia Gualtieri e della ministra del Lavoro Catalfo ed ha presentato loro tre richieste in particolare: una riforma della filiera agricola, un “piano nazionale emergenza lavoro” e una modifica delle politiche migratorie.

Il premio è stato istituito nel 2005 ed è stato conferito in passato a Niccolò Fabi, Laura Boldrini, Jean Leonard Touadì, Giobbe Covatta, il Comune di Lampedusa, Lella Costa, Suor Elisa Kidanè, Saba Anglana, il sindaco del Comune di Riace, Yvan Sagnet e proprio l'anno scorso a Pietro Bartolo oltre a tanti altri.