La mappa delle ferrovia Salaria o Dei Due Mari La mappa delle ferrovia Salaria o Dei Due Mari Immagine Wikipedia

Italia Nostra Ascoli Piceno "La Ferrovia dei Due Mari: come al solito non se ne parla"

Città: ASCOLI PICENO - Mercoledì, 17 Giugno 2020 Scritto da Staff CSV Marche

Riceviamo e pubblichiamo da Italia Nostra Sezione di Ascoli Piceno “William Scalabroni” - Comitato”Un Treno per Roma” il comunicato di rammarico sulla mancata presa in considerazione del nuovo tratto ferroviario fra Ascoli e Androloco, ribadendone il valore strategico territoriale e culturale.

ASCOLI PICENO - Come volevasi  dimostrare non viene compresa tra le opere di cui si ritiene fondamentale la realizzazione la cosiddetta Ferrovia dei Due Mari, che consentirebbe di far uscire dall’isolamento la parte sud delle Marche,  la zona montana del  Piceno ed quella del Centro Italia sino alla piana reatina, luoghi  dove con più forza si è abbattuta la violenza degli eventi sismici.
Eppure si tratterebbe di realizzare solo 80 chilometri di strada ferrata per unire Ascoli ad Androdoco permettendo con questo piccolo intervento di collegare la costa adriatica a Roma e al Tirreno, consentendo in pari tempo un accesso ecocompatibile  ai due Parchi Nazionali del Monti del Laga e del Gran Sasso e dei Monti Sibillini e la creazione  di un meraviglioso itinerario  comprendente  tutte le città d’arte  del centro Italia da Ascoli a Sulmona, a L’Aquila, a Rieti, a Foligno, a Perugia, ad Arezzo  sino a Firenze e Roma.
Tenendo conto del rilevante volume di traffico, si è ritenuto, invece e opportunamente,  proporre la realizzazione di una linea ad alta velocità tra Ancona e Roma e tra Pescara e Roma.
Va  rilevato, peraltro,  che per la Ferrovia dei Due Mari non  ci sarebbe  bisogno di realizzare l’alta velocità.    Infatti anche  con una  velocità normale o addirittura bassa sarebbe possibile impiegare, se dovesse essere realizzata, come sembra sia stato programmato, la linea ferroviaria diretta Rieti-Passo Corese-Roma,   non più di un’ ora e 45-50 minuti per raggiungere la capitale partendo da San Benedetto del Tronto. D’altra parte il limitato tempo di percorrenza è  spiegabile. Infatti  gli antichi Romani che,  oltre ad essere dei grandi guerrieri e legislatori, erano anche dei provetti ingegneri e costruttori di strade   avevano  compreso già 2000 anni or sono che il collegamento  più breve e veloce tra il Terreno e l’Adriatico poteva essere assicurato solo dalla realizzazione  della Consolare Salaria, proprio il tracciato contiguo a quello ipotizzato per la Ferrovia dei Due Mari.
Purtroppo malauguratamente  gli antichi Romani sono scomparsi e quindi non possono provvedere a realizzare questo fondamentale collegamento ferroviario, che tra l’altro consentirebbe a buona parte dei residenti della area sud delle Marche e a quelli della’area nord dell’Abruzzo di raggiungere la capitale, il Tirreno e gli aeroporti capitolini  in un tempo minore  fruendo di  questa linea in luogo di quello impiegato utilizzando  l’  alta velocità   Pescara- Roma  o  Ancona- Roma.
Ma , pur preso atto di questo deciso,   non  bisogna darsi per vinti. Infatti occorre insistere e far comprendere che se si vuole veramente dotare il nostro paese delle infrastrutture che consentano la rivitalizzazione  di tutto il  paese ed in particolare delle aree interne e marginali, soggette ad una deprivazione demografica, economica e sociale impressionate, si  dovrà assolutamente  affrontare queste problematiche con una mentalità innovativa e con una visione di larghe vedute.
Differentemente si continueranno  a privilegiare  scelte non sempre oculate e forse regressive  che contribuiscono all’ulteriore  scivolamento residenziale, economico e sociale verso le aree  pianeggianti, costiere o super urbanizzate, non favorendo, invece, uno sviluppo diffuso ed equilibrato di tutto il paese, in modo da creare ostacoli all’eventuali dispiegarsi di   emergenze  simili a quelle di cui abbiamo sofferto le conseguenze  negli ultimi tempi.
Bisogna comprendere, insomma, che uno sviluppo che  consenta una equilibrata rivitalizzazione delle aree interne e  marginali e della parte meridionale del paese, decongestionando  quelle super sfruttate contribuirebbe a creare le condizioni per meglio affrontare le sfide del futuro e permetterebbe di  sfruttare con intelligenza  il vantaggio competitivo  del nostro paese, assicurato dalla sua  posizione geopolitica di ponte proteso nel  Mediterraneo  quale punto di collegamento tra l’area dell’Europa Carolingia e  le sponde sud del Mediterraneo  e quelle del vicino Oriente,  vantaggio che ha consentito all’Italia in due momenti della sua storia di  occupare, come sostenuto da Giorgio Ruffolo, una indubbia posizione di superiorità mondiale : “quella,conquistata con il ferro dalla  Roma dei re, dei senatori, degli imperatori e quella acquistata con l’oro dalle Repubbliche italiane: Amalfi, Pisa, Venezia, Genova, Firenze, Milano, dopo i secoli bui del medioevo”, superiorità resa possibile, appunto,  da uno sviluppo diffuso ed equilibrato di tutto il territorio e non da quello disarmonico e  ed egoistico  sin qui  favorito.

 

Ultima modifica il Venerdì, 19 Giugno 2020 22:41