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Servizi residenziali, visite e uscite. Per Gruppo Solidarietà “Senza cambio di passo, è la segregazione”

Città: MAIOLATI SPONTINI (An) - Mercoledì, 22 Luglio 2020 Scritto da Staff CSV Marche

Riceviamo e pubblichiamo da Gruppo  Solidarietà un appello per un rapido cambiamento. “occorre che soggetti istituzionali ed enti gestori definiscano senza ulteriori indugi percorsi che consentano alle persone di riprendere le vitali relazioni con i propri familiari”.

MOIE DI MAIOLATI (An) -  Visite presso le strutture e uscita delle persone che ci vivono. La prevenzione del contagio non può tradursi in segregazione. Occorre una piena assunzione di responsabilità da parte dei soggetti istituzionali evitando scarichi tra i vari enti a tutto danno delle persone e delle famiglie. Sono in gioco i diritti umani.

 Arrivati a metà luglio occorre che soggetti istituzionali ed enti gestori definiscano senza ulteriori indugi percorsi che consentano alle persone di riprendere le vitali relazioni con i propri familiari. Un balletto oramai inaccettabile nel quale ogni soggetto richiama altre responsabilità istiuzionali. Quelle del Governo, quella della Regione, quella dell’ASUR (e delle Aree vaste) quella degli enti gestori.

I servizi sono diversi e diverse sono le persone che vi abitano. L’obiettivo da perseguire è fare in modo che ogni persona possa riprendere le relazioni con i propri cari. Su questo obiettivo vanno definiti i percorsi che non possono tollerare ulteriori dilazioni.  

Non è possibile che la Regione emani una disposizione generale e generica che attende applicazione da altro ente (ASUR), questo emana disposizioni alle Aree Vaste che non si capisce se siano immediatamente esecutive o no. Così a livello territoriale l’esito è quello di un sostanziale blocco. Ci sono enti che capiscono che non si può dilazionare ancora la chiusura ed altri che aspettano indicazioni ulteriori, oppure con aperture che rassomigliano a visite carcerarie. Le precauzioni vanno prese, la sicurezza va garantita, ma deve essere chiaro l’obiettivo che è quello di “riaprire le relazioni”.

            Ma non sono solo questi i problemi da affrontare: all’interno delle strutture ospedaliere, fatto il tampone si entra in reparto senza ulteriore isolamento; nel percorso della post acuzie del sistema residenziale extraospedaliero si riprende isolamento di 14 giorni (e poi tampone) con tutti i problemi conseguenti per le persone, le famiglie, le strutture. Ciò produce, peraltro, una riduzione fortissima del numero dei posti disponibili. Tale diminuzione determina a sua volta: ritorno al domicilio di persone che avrebbero bisogno di continuità delle cure; sostanziale blocco degli ingressi dal domicilio.

            Occorre che si abbia consapevolezza che il prolungamento di queste situazioni determina non solo esasperazione e sofferenza ma anche in venir meno della tutela cui le persone hanno necessità e diritto.

Ci appelliamo, dunque, ancora una volta a ciascun soggetto affinché senza ulteriori dilazioni si definiscano percorsi che nella sicurezza garantiscano i diritti delle persone.

Ultima modifica il Venerdì, 24 Luglio 2020 18:43