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Una signora in un negozio di oggetti
© Foto in copertina di Roberto Puato, progetto FIAF-CSVnet "Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano"

A che punto siamo con la legislazione regionale sul Terzo settore?

31 Luglio 2025
Città: ROMA

(Da Cantiere Terzo settore*) – Una panoramica delle normative di Regioni e Province autonome che, in modo organico e completo, legiferano sul settore offrendo un quadro normativo specifico.

Il codice del Terzo settore (dlgs 3 luglio 2017, n. 117) ha realizzato la riforma complessiva del Terzo settore attraverso soprattutto la sua perimetrazione legislativa e la definizione soggettiva degli enti del Terzo Settore che lo compongono e degli elementi oggettivi da cui questa dipende (su tutti lo svolgimento delle attività di interesse generale ex art. 5 Cts).

Il codice – a cui hanno contribuito anche altri atti normativi, quali, ad esempio, il decreto sull’Impresa sociale (dlgs n. 112/2017) e numerosi decreti ministeriali – si sostanzia difatti, nella creazione di uno spazio giuridico nel quale l’autonomia privata, in adempimento del principio di solidarietà e senza scopo di lucro, svolge attività di interesse generale ed è sottoposta a obblighi di trasparenza e a forme di controlli ulteriori.

Il funzionamento di questo sistema assegna alle Regioni un ruolo non trascurabile.

Oltre infatti lo spazio dell’autonomia regionale previsto dal sistema di riparto delle competenze tra Stato e Regioni già delineato in Costituzioneil codice del Terzo settore rinvia esplicitamente all’autonomia regionale in alcune fasi attuative.

Si pensi al tema dei rapporti con la pubblica amministrazione (art. 55 Cts), che rimanda esplicitamente al ruolo che ciascuna amministrazione, anche territoriale, deve svolgere nell’assicurare il “coinvolgimento attivo” degli enti del Terzo settore nell’esercizio delle proprie funzioni, anche declinando – nel rispetto di quanto previsto dalla legge 241/90 – un proprio procedimento di “amministrazione condivisa” (co-programmazione, co-progettazione). Si pensi anche alle misure a carattere fiscale e alla possibilità di definire misure di vantaggio per i tributi regionali (art. 82 Cts), oltre all’istituzione dell’ufficio regionale del registro unico del Terzo settore (art. 45 Cts) e all’accesso al fondo sociale europeo (art. 69).

Ciò premesso, dall’entrata in vigore del codice del Terzo settore in alcune Regioni e Province autonome sono state adottate leggi che disciplinano in modo organico e completo il Terzo settore. Queste sono:

Per approfondimenti consultare anche l’articolo “Come si sta evolvendo il diritto regionale del Terzo settore?”.

Si ricorda, inoltre, che molte realtà regionali hanno approvato normative di dettaglio su alcuni temi specifici (si veda la sezione normativa regionale alla pagina “Normativa” di Cantiere terzo settore). Tra queste, inoltre, si segnala la legge regionale 06/03/2023 n. 2 dell’Umbria che legifera su “Disposizioni in materia di amministrazione condivisa”, pubblicata nel Bollettino ufficiale Umbria 8 marzo 2023, n. 13, S.O. n. 1. Per maggiori approfondimenti si può consultare l’articolo “Amministrazione condivisa, anche la Regione Umbria approva una legge per favorirla”.

*di Chiara Meoli

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