
A Monastero prende forma la bellezza condivisa: concluso il laboratorio di autocostruzione promosso da Bivio 980 con Camposaz
L’iniziativa sostenuta anche dal CSV nel progetto C’entro. Insieme per le terre del Sisma, per favorire la crescita del tessuto associativo nelle aree impattate dal terremoto.
Dal 11 al 20 luglio la piccola frazione di Monastero, nel comune di Cessapalombo (MC), è diventata il cuore pulsante di un laboratorio internazionale di autocostruzione. Tredici tra architetti, ingegneri e designer provenienti da ogni angolo del mondo hanno abitato, vissuto e trasformato il paese, lavorando a stretto contatto con la comunità locale per progettare e costruire quattro opere di arredo urbano interamente realizzate in legno, pensate per i luoghi e le persone che li abitano.
Un’invasione positiva e stimolante, che ha riportato energia e visione in un territorio spesso dimenticato. Il laboratorio è stato promosso da Bivio 980, in collaborazione con Camposaz, ed è stato molto più di un’esperienza formativa: è stato un gesto collettivo di cura, di ascolto e di possibilità.
Tre le giornate aperte al pubblico, dense di parole, musica, riflessioni e incontri.
Sabato 12 luglio ci siamo confrontati con i residenti e le istituzioni in una tavola rotonda a cui hanno partecipato anche la sindaca Giuseppina Feliciotti, don Oreste, l’ex sindaco Lino Spe e molti abitanti di Monastero. Dopo l’assemblea, ci siamo ritrovati tutti per cena alla Pellegrina, e a seguire il concerto di Edoardo Petracci, che ci ha regalato un’anteprima del suo primo album, By this window, appena finanziato con successo.
Domenica 13 luglio abbiamo ospitato l’architetta Sara Campanelli, che ha raccontato la sua esperienza di autocostruzione nel cratere del terremoto insieme all’associazione Area Familiare. A seguire, Federica e Mattia dell’associazione Emidio di Treviri hanno introdotto e proiettato il documentario Pietra su Pietra, dando vita a un pomeriggio intenso di scambio e riflessione, che ha ispirato anche i partecipanti internazionali.
Nei giorni successivi si è entrati nel vivo del progetto: guidati dai tutor di Camposaz e dagli organizzatori di Bivio 980, i partecipanti hanno individuato quattro aree d’intervento, progettato in gruppo e costruito le opere con legno e viti, in dialogo continuo con il contesto e gli abitanti.
Il coinvolgimento della comunità è stato uno degli aspetti più significativi. Anche se Monastero è abitato principalmente durante l’estate, lo spirito di comunità è vivo e forte. I residenti hanno accolto i partecipanti come parte del paese: hanno tagliato l’erba, prestato attrezzi, dato consigli. Hanno offerto tempo e fiducia. E in cambio hanno ricevuto nuove relazioni, spazi riattivati, idee che restano.
Il campo base era la sede di Bivio 980, dove si dormiva in tenda. I pasti, autentici momenti di socialità, si consumavano nel centro d’aggregazione gestito dall’associazione La Pellegrina. Veronica, Edoardo, Cristiana, Alessandro, Debora e Cesare hanno cucinato e condiviso, portando sostegno concreto e presenza calorosa.
Domenica 20 luglio, giornata conclusiva, abbiamo presentato le opere con una passeggiata itinerante insieme ai residenti e alla sindaca. I commenti, le osservazioni, le richieste non sono mancate — a dimostrazione di quanto il progetto sia entrato in dialogo con la comunità. A chiudere il cerchio, il concerto del cantautore Andrea Cubeddu, che ci ha accompagnati con storie e suoni profondi, sospesi tra mito e memoria.
Un progetto del genere si regge su tante gambe, tutte fondamentali.
Questo laboratorio è un’iniziativa sostenuta dalla Fondazione Carima. Un grazie sincero va a Edilcasa Caccamo per la donazione del legno; al Comune di Cessapalombo, nella figura della sindaca Giuseppina Feliciotti, per il supporto logistico ed economico; alla Pro Loco di Cessapalombo per l’aiuto economico e burocratico; al CSV Marche per il sostegno; a Sibillini Spirits, alla Conad di via Caserta di Porto Sant’Elpidio, a Malloni Corporate per i loro contributi.
Il laboratorio è stato patrocinato da UNCEM, Ordine degli Architetti di Macerata e Ordine degli Ingegneri di Macerata.
Quello che è successo a Monastero non è solo una storia di architettura. È una storia di possibilità. Di fiducia nel fare, insieme. Di cura del margine, che diventa centro.
Bivio 980 continuerà a camminare su questa strada: instabile, bellissima, necessaria.