“Aiutare gli altri mi dà una gioia immensa”


Letizia Landi ha trasformato la sua esperienza di volontaria in Apecchio Soccorso Odv in un lavoro. Letizia è la protagonista di questa puntata del podcast e del blog.

“Dopo l’Africa, pensavo che il volontariato che volevo fare fosse laggiù. Poi, mi sono detta che la vera differenza avrei potuto farla qui”.
Il primo incontro con il mondo del volontariato Letizia Landi l’ha avuto a 19 anni, quando ha partecipato a una missione umanitaria in Burundi. Un’esperienza rivelatrice che ha posto le basi per il suo futuro. Tornata a casa, ad Apecchio, un paesino in provincia di Pesaro e Urbino, la giovane, che oggi ha 27 anni, ha capito che avrebbe potuto rendersi utile senza dover percorrere migliaia di chilometri. Nel 2021 è diventata volontaria di Apecchio Soccorso Odv, organizzazione di volontariato che fa parte di Anpas Marche, esperienza che da quest’anno è diventata un lavoro.
Come sei entrata in Apecchio Soccorso?
Un mio familiare ha avuto un problema di salute e, in quell’emergenza, mi sono resa conto di avere la lucidità per poter intervenire, ma non sapevo come. Avevo già in mente di fare qualcosa per questa associazione e quello è stato lo scossone. Era subito dopo il Covid, quindi ci è voluto un po’ per iniziare. C’è stato un lungo periodo di formazione e ho trovato un grandissimo appoggio da parte dell’associazione. Avevo tanta voglia di imparare, ma anche il timore di poter sbagliare. È lì che ho visto veramente l’importanza del gioco di squadra. Siamo una vera famiglia, sempre pronti a spingerci a fare di più.
Cosa fate durante un turno di servizio?
Operiamo in emergenza 24 ore su 24, in supporto al 118, e facciamo viaggi programmati. In emergenza, ci occupiamo dei codici gialli e verdi. Stabilizziamo i pazienti, li carichiamo in ambulanza e li portiamo al pronto soccorso. I viaggi programmati consistono nell’accompagnare chi non ha la possibilità di farlo in autonomia a fare visite o controlli. Siamo anche presenti a quelle manifestazioni sportive che richiedono l’ambulanza.

Che significa la vostra presenza per un piccolo comune come quello in cui vivi?
È fondamentale perché l’ambulanza ospedaliera più vicina è a mezz’ora, quindi avere un’associazione che collega questi piccoli paesi e fornisce aiuto è molto importante. È per questo che stiamo cercando di farci conoscere, per invogliare i giovani ad avvicinarsi a questo mondo. C’è bisogno di nuovi volontari perché la nostra associazione si regge su di loro.
C’è un episodio di questa esperienza che ti è rimasto più in mente?
Quello che noto è quanto, soprattutto gli anziani, abbiano bisogno di una figura che sia lì per loro e che, oltre l’ambito sanitario, sia pronta ad ascoltarli. L’episodio che finora mi ha toccato di più riguarda un viaggio programmato con un signore che stava facendo lo sciopero della fame. Mi sono trovata davanti una persona molto chiusa, arrabbiata con tutti. Terminato il viaggio, si è aperto completamente e mi ha detto: “Non sai da quanto tempo qualcuno non stava con me”. Mi ha toccato molto perché ho letto nei suoi occhi la sincerità e ho visto il suo viso rilassarsi. Penso che sensazioni come questa ti diano una ricchezza imparagonabile.

Come ti hanno fatto sentire quelle parole?
Grata per poter essere lì, per aver potuto, magari, migliorare i suoi ultimi giorni di vita, per avergli ridato speranza nelle persone. Sono sempre grata perché quello che faccio mi fa davvero star bene, mi dà una gioia immensa. Forse, non esiste una parola giusta per esprimerlo.
Qual è stato il momento più difficile che hai dovuto affrontare?
Non posso scendere nei dettagli ma, quando purtroppo ti trovi davanti situazioni davvero gravi, è tosta. Le difficoltà si superano parlandone con i colleghi. Quando capita un caso che mi tocca particolarmente, ne parlo e tutto va.
Quant’è importante il gruppo in una realtà come la vostra?
È fondamentale, soprattutto ti dà un supporto che in certe situazioni è quello che ci vuole e che fa la differenza. Sentirti dentro una famiglia con la quale puoi affrontare tutte le difficoltà del mondo è la forza che seve.
Dicci con una parola cosa rappresenta per te il volontariato.
Vita, in tutti i sensi. Perché ti cambia la vita, perché dà un senso “maggiorato” alla tua vita e perché ti permette di aiutare le vite degli altri. Nel caso delle emergenze, anche di salvarle.

Che ti porti a casa dopo un turno di servizio?
Una sensazione di crescita, perché nessun intervento è uguale all’altro. Mi fa talmente star bene che non riesco a trovare qualcosa di negativo in questa esperienza. Poi, ovviamente, ci sono quelle situazioni più delicate che ti lasciano un senso di tristezza, ma è subito ripagata perché mi piace davvero troppo quello che faccio e vorrei condividerlo con più persone possibile.
Cosa diresti a un tuo coetaneo per spronarlo a fare volontariato?
Semplicemente, “provaci” perché, se ti fa lo stesso effetto che sta facendo a me, ti pentirai di non averlo fatto prima. Chi non fa volontariato è perché non ha scoperto quanto è bello farlo. Quindi, “fallo”, perché il vero guadagno è per te.

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