
Ecco le linee guida sul partenariato speciale per la gestione dei beni culturali
(Da Cantiere Terzo settore*) – Il Ministero della Cultura definisce il quadro operativo per la collaborazione tra pubblico e privato, con indicazioni anche per gli enti di Terzo settore, con l’intento di superare le rigidità di alcuni strumenti e garantendo il coinvolgimento dei soggetti privati
Con la circolare n. 10 del 1 agosto 2025 il Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale del Ministero della Cultura ha pubblicato le “Linee Guida in materia di partenariato speciale pubblico privato per gli istituti e i luoghi della cultura”, al fine di “fornire indicazioni operative finalizzate a conferire omogeneità, efficienza ed efficacia nell’applicazione del Partenariato Speciale Pubblico Privato per i beni culturali disciplinato dall’art. 134 comma 2 del dlgs n. 36/2023 e dall’art. 89, comma 17, del dlgs n. 117/2017”.
Difatti, per assicurare la fruizione del patrimonio culturale della nazione e favorire altresì la ricerca scientifica applicata alla sua tutela o alla sua valorizzazione, lo Stato, le regioni e gli enti territoriali possono, con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, attivare forme speciali di partenariato con enti e organismi pubblici e con soggetti privati.
Quest’ultime devono essere dirette a consentire il recupero, il restauro, la manutenzione programmata, la gestione, l’apertura alla pubblica fruizione e la valorizzazione di beni culturali, attraverso procedure semplificate di individuazione del partner privato analoghe o ulteriori rispetto a quelle previste dall’art. 8 del medesimo dlgs.
Il partenariato
Come riportato nella circolare, il partenariato speciale pubblico-privato in campo culturale è stato introdotto dal dlgs n. 50/2016, adottato in attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE ed è stato gradualmente sperimentato in diversi istituti e luoghi della cultura con alcune significative applicazioni.
In particolare, negli ultimi anni, nella dialettica tra pubblico e privato in campo culturale, si sono affermati alcuni principi ispirati a un nuovo processo di collaborazione tra gli istituti della cultura e i soggetti privati che hanno innovato profondamente non solo la prassi ma anche il quadro giuridico di riferimento nei processi di valorizzazione del patrimonio culturale pubblico.
Difatti, ai tradizionali istituti che hanno consentito il coinvolgimento di privati nella gestione del patrimonio culturale o l’affidamento dei servizi di assistenza culturale e ospitalità per il pubblico a imprese private, si sono progressivamente affiancati strumenti nuovi dedicati a definire un livello più intenso di cooperazione tra pubblica amministrazione, operatori economici privati ed enti non lucrativi.
In particolare, il partenariato speciale pubblico-privato consente di superare le rigidità di alcuni strumenti che regolano il rapporto tra l’amministrazione pubblica e i soggetti privati, garantendo il coinvolgimento di quest’ultimi sin dalla fase “ascendente” di programmazione strategica così contribuendo alla definizione dei modelli di gestione e di sviluppo del patrimonio culturale.
In questa prospettiva – si legge ancora nella circolare – “viene opportunamente valorizzata una fase di coprogettazione in cui i soggetti privati concorrono insieme ai soggetti pubblici a definire un piano di valorizzazione dei beni culturali oggetto di partenariato e a individuare le azioni esecutive necessarie per attuarlo. Questo consente di attenuare la separazione tra la definizione delle strategie di valorizzazione e la fase di gestione e applicazione degli indirizzi strategici, garantendo il coinvolgimento dei privati per costruire politiche pubbliche condivise in una prospettiva di sussidiarietà orizzontale”.
Dunque le linee guida richiamano l’attenzione sulla possibilità di realizzare, mediante l’applicazione del partenariato speciale, un nuovo modello di governance nella gestione del patrimonio culturale fondato sull’attuazione di un progetto culturale condiviso con i privati interessati.
Struttura e contenuti delle linee guida
Le linee guida sono strutturate in:
- una parte introduttiva dove sono indicate le fonti normative di riferimento;
- un approfondimento del partenariato speciale e l’indicazione del relativo procedimento amministrativo da implementare
- il riferimento al partenariato speciale con il Terzo settore e alle previsioni del codice del Terzo settore che individuano per i processi di valorizzazione del patrimonio culturale una forma specifica di partenariato speciale dedicata esclusivamente agli enti di Terzo settore (art. 89, comma 17 dlgs n. 117/2017).
Alle linee Guida è allegato uno schema di Avviso pubblico quale punto di riferimento nella definizione ed elaborazione delle procedure.
Nello specifico, il partenariato speciale viene inquadrato nell’ambito dei contratti gratuiti che non rientrano nel perimetro della disciplina dei contratti pubblici, fermo restando l’obbligo di rispettare le norme generali sul procedimento amministrativo e i principi generali del Codice dei contratti pubblici.
Nell’ambito delle linee guida viene inoltre specificato che il partenariato speciale è attivabile sia per le attività di valorizzazione che per la gestione dei beni culturali finalizzata alla pubblica fruizione.
In particolare, nell’escludere che il partenariato possa trovare applicazione in relazione ad attività estranee alla valorizzazione di beni culturali come i servizi di vigilanza, bigliettazione, pulizia e gli altri servizi strumentali (assoggettati alle procedure ordinarie previste dal Codice dei contratti pubblici) viene invece previsto che l’applicazione del partenariato speciale possa trovare attuazione, in particolare, per i beni in disuso o sottoutilizzati, nei casi in cui il bene necessiti, per renderlo fruibile, di un progetto gestionale e culturale nel suo complesso. I privati, sia gli enti del Terzo settore che gli operatori economici tradizionali, potranno dunque concorrere alla gestione dei beni culturali con un progetto finalizzato alla fruizione pubblica dei beni.
A proposito del ruolo degli attori pubblici, si specifica che “i beni affidati in gestione restano pienamente nel perimetro dell’azione pubblica mentre al privato vengono affidati compiti operativi di gestione in un quadro condiviso di fruizione e valorizzazione del bene. Nell’ambito del partenariato speciale si realizza pertanto, tra parte pubblica e privata, un’azione sinergica, una comunione di scopo, che consente di co-progettare e parametrare non solo i servizi ma le scelte strategiche e gestorie inerenti la valorizzazione del bene culturale sia nella fase di implementazione del progetto che nella fase di esecuzione”
Dunque, da una parte viene ampliato il perimetro dell’azione pubblica; dall’altra i privati vengono coinvolti in un reale progetto di collaborazione per la valorizzazione e la gestione dei beni culturali pubblici: con il partenariato speciale si afferma quindi una forma di coinvolgimento dei privati a cui corrisponde un rafforzamento dell’azione pubblica. Le amministrazioni sono infatti chiamate a costruire, in condivisione con i privati, un progetto e a condurlo in un’ottica di sistematica collaborazione e in una forma di co-gestione condivisa delle attività e dei beni.
*di Chiara Meoli