
“Il lupo: no all’allarmismo, non serve a nessuno”
È l’appello congiunto di ENPA, LAC-Lega Abolizione Caccia, LAV, La Lupus in Fabula, WWF Italia ETS. Riceviamo e pubblichiamo da WWF Ancona Macerata.
Il lupo (Canis lupus), una specie in via di estinzione, nell’ultimo decennio ha visto una certa espansione in tutta Italia, ricolonizzando gli ambienti naturali, frequentando gli ambienti agricoli che oggi sono sempre più frammentati e antropizzati, “costringendo” gli animali a giungere fino ai margini delle città, inseguendo la loro preda preferita, il cinghiale.
Nei primi anni ’70 il lupo in Italia era quasi estinto, ma grazie all’azione per la sua tutela del WWF Italia e di altre associazioni, alle leggi – come la 157 del 92 – e alle direttive che lo inclusero tra le specie da proteggere e quindi al divieto di cacciarlo, nonché all’espansione del cinghiale, la presenza del lupo in Italia, secondo l’ultima stima del 2021, è di circa 3.300 animali. Le sue prede sono per lo più mammiferi ungulati come cinghiali, caprioli, cervi, daini o anche animali di taglia più piccola, come lepri e nutrie. Diffidente e intelligente, tende a evitare il contatto con l’uomo, anche a seguito della spietata persecuzione a cui è stato sottoposto.
Con l’aumento della popolazione e dell’area occupata dai lupi in Italia, sempre più spesso si leggono articoli di situazioni descritte come rischiose o addirittura pericolose per l’uomo. Per smentire tali allarmismi infondati, è sufficiente ricordare che l’ultima aggressione letale in Italia di un lupo ad un uomo risale al 1825, in un contesto sociale e ambientale totalmente differente da quello attuale, quando ad esempio era diffusa la pratica di affidare la custodia delle greggi a bambini di appena 4-5 anni.
Nonostante non rappresenti una minaccia diretta per l’uomo, le predazioni che, in alcune situazioni, avvengono ai danni del bestiame domestico o animali da affezione non adeguatamente custoditi e privi di misure di protezione, suscitano reazioni avverse e persecutorie nei confronti del lupo. Ogni anno, si stima che, tra i 200 e i 500 lupi muoiano uccisi da fucilate, veleno e trappole o investiti dalle auto.
Puntualmente ogni inverno il lupo fa parlare di sé, quando nel periodo freddo si sposta, non più vincolato ai siti dove ha cresciuto i suoi cuccioli, essendo questi ormai grandi, alla ricerca di nuove fonti alimentari e di nuovi territori da esplorare. Gli avvistamenti avvenuti nelle ultime settimane rientrano in questo comportamento, non hanno niente di anomalo, e come tutti gli animali opportunisti il lupo segue il cibo, anche quello lasciato involontariamente o per incuria dall’uomo, sacchi dell’immondizia fuori dai cassonetti, cibo per gatti o cani abbandonato.
Che i lupi possano predare cani e gatti mal custoditi è vero, ma non si avvicinano ad animali tenuti accanto a noi perché di noi hanno timore: cani di piccola o media taglia sono stati predati soltanto se da soli, sia liberi che incatenati in ambiti non recintati; ragion per cui è importante non tenere cani e gatti fuori la notte.
Per concludere, si vuole ribadire che non vi è giustificato pericolo per l’incolumità umana data la natura particolarmente schiva del lupo nei confronti della nostra specie, invitando i cittadini ad affidare dubbi o eventuali avvistamenti con fiducia alle istituzioni pubbliche, dal comune, alle forze dell’ordine e alle associazioni accreditate e non diffondere allarmismi sui social o lari mezzi per guadagnare like ed evitando di inseguire gli animali, causando ulteriore stress.





