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Un giovane carica un furgone
© Foto in copertina di Giancarlo Rupolo, progetto FIAF-CSVnet "Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano"

Impresa sociale non cooperativa: strumenti operativi per una transizione consapevole

6 Novembre 2025
Città: ROMA

(da Cantiere Terzo settore*) – Un nuovo volume della Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti guida enti e professionisti nella gestione organizzativa, fiscale e civilistica dell’impresa sociale in forma non cooperativa, tra nuove regole, criticità applicative e modelli operativi.

Un nuovo volume curato dalla Fondazione Nazionale di Ricerca dei Commercialisti porta luce sulla fisionomia dell’impresa sociale in forma “non cooperativa”. È un testo pensato per chi, dentro o accanto agli enti, deve prendere decisioni organizzative e fiscali in una fase di cambiamento: dall’entrata a regime del quadro tributario dell’impresa sociale (con decorrenza dal periodo d’imposta successivo al 31 dicembre 2025) alle scelte che molte realtà stanno valutando per coniugare attività economica e finalità di interesse generale senza scopo di lucro.

Il libro affronta l’impresa sociale sotto molteplici aspetti, dove la sostenibilità economica si integra con l’utilità sociale e con regole stringenti su governance, trasparenza e divieto di distribuzione, anche indiretta, di utili. Il focus sulle forme non cooperative – associazioni, fondazioni, società di persone e di capitali – colma un vuoto pratico: come si redige lo statuto? Quali sono gli organi necessari? Come si qualificano e si documentano le attività di interesse generale? In risposta, gli autori offrono un percorso ordinato: inquadramento civilistico, schemi di bilancio dedicati, indicatori di qualifica, bilancio sociale e valutazione d’impatto, fino ai profili fiscali e giuslavoristici, con particolare attenzione al coinvolgimento dei lavoratori e ai limiti retributivi.

Particolarmente utile è l’impostazione “da cassetta degli attrezzi”: modelli operativi per l’organo di controllo, tracce di monitoraggio, suggerimenti per l’attestazione di conformità del bilancio sociale. È materiale prezioso per organi di controllo, revisori e professionisti che accompagnano enti del Terzo settore (Ets) e imprese sociali nella quotidianità: dalla tenuta contabile alla rendicontazione, dalle operazioni straordinarie alla gestione dei patrimoni vincolati.

Il volume è anche una guida per le realtà oggi più esposte alle scelte di transizione. Si pensi, ad esempio, alle Onlus che dovranno decidere entro il 31 marzo 2026 se entrare nel registro unico nazionale del Terzo settore (Runts): l’opzione impresa sociale può risultare coerente per chi svolge stabilmente attività economiche di interesse generale e intende valorizzare un modello d’impresa mission-oriented, dotato di regole chiare e di un regime fiscale definito. Ma la platea dei destinatari è più ampia e include enti già Ets che vogliano qualificarsi come impresa sociale, così come professionisti in cerca di un vademecum integrato tra diritto civile, lavoro, fisco e rendicontazione.

Criticità applicative ancora aperte

Il testo si sofferma anche sulle zone anche in ombra. Le più rilevanti riguardano l’Ires e l’Iva: il nuovo fisco dell’impresa sociale non sarà davvero compiuto senza un riordino organico che chiarisca ambiti ed estensioni delle esenzioni. Per molte realtà la sostenibilità del passaggio – in particolare per quelle provenienti dal mondo Onlus – dipende dalla certezza del trattamento Iva delle prestazioni tipiche e dei servizi strumentali.

Sempre sulla transizione dalle Onlus, servono prassi omogenee su continuità dei rapporti, destinazione dei beni e gestione dei patrimoni vincolati, così da evitare contenziosi e asimmetrie interpretative. Ulteriori nodi riguardano la corretta imputazione dei ricavi ai fini della prevalenza richiesta per la qualifica (specie nei casi “misti” o con entrate non immediatamente attribuibili), nonché l’implementazione operativa dei controlli: modelli di monitoraggio e attestazioni sul bilancio sociale comportano oneri e competenze che non tutti gli enti – e non tutti i collegi sindacali – hanno già consolidato. Infine, permane l’esigenza di un più saldo coordinamento tra disciplina dell’impresa sociale, codice del Terzo settore e regole proprie delle diverse forme giuridiche, soprattutto su governance, limiti retributivi e operazioni straordinarie.

In sintesi, il volume offre strumenti concreti per governare il cambiamento e rafforzare l’impresa sociale come modalità moderna di fare impresa nell’interesse generale. Ma perché il cantiere sia davvero completo, occorrono ultimi aggiustamenti – a partire dall’Iva – e prassi chiare che accompagnino gli enti nelle scelte dei prossimi mesi.

  • di Massimo Novarino
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