Salta al contenuto
Salta al contenuto
Salta al contenuto

Quando la diversità diventa ricchezza

4 Giugno 2025
Autore:
Francesca Pasquali
Foto di Ilaria Libanore

Un crogiuolo di artisti che arrivano da tutto il mondo. Un borgo che fa da cornice a un festival multiculturale. Un’esperienza potente e ricca di insegnamenti. È Fiesta Globàl, il festival delle arti globali organizzato a Montefabbri (Pu) dall’associazione Tribaleggs Aps, di cui Ilaria Libanore è volontaria. Ilaria è la protagonista di questo episodio del podcast e del blog.

Galeotto fu Pinocchio o, meglio, “Senza fili”, il festival dedicato al famosissimo burattino, che si tiene d’estate a Collodi, la piccola frazione toscana che ha dato il nome, anzi il cognome, all’autore dell’amato burattino. È lì che, grazie all’invito di un’amica, Ilaria Libanore si è appassionata al volontariato nei festival.

Foto di due volontari di Tribaleggs durante i preparativi per Fiesta Globàl
Preparativi per Fiesta Globàl

Ilaria ha 24 anni, è di Vallefoglia, studia Psicologia e ama viaggiare. Con il tempo, a quella prima esperienza ne sono seguite tante altre, in Italia e fuori. Da tre anni, però, nella seconda metà di luglio, la giovane non si muove da Montefabbri, piccolo borgo incastonato sulle colline di Vallefoglia, cornice naturale di Fiesta Globàl, il festival delle arti globali organizzato dall’associazione Tribaleggs Aps, che riunisce artisti di strada da diverse parti del mondo. “Per me è molto stimolante – dice Ilaria –, soprattutto perché ho la possibilità di conoscere tantissimi artisti e non solo. Mi piace accogliere da persone, perché da tutti possiamo imparare qualcosa. Ovviamente, devi saperti adattare, essere curioso e svelto, nel senso che in un festival succedono tante cose e non devi farti prendere dal panico, ma cogliere il problema come un’occasione per usare il cervello per trovare una soluzione”.


“Per me è molto stimolante perché ho la possibilità
di conoscere tantissimi artisti e non solo. Mi piace accogliere
da persone, perché da tutti possiamo imparare qualcosa.”


Tra gli aspetti che la giovane apprezza di più del volontariato nei festival c’è il poter essere se stessa, senza “la pressione di quando lavori, ovviamente dandoti da fare, ma avendo la possibilità di esprimere le tue idee e di dare le tue soluzioni”. Peccato che, certe volte, qualcuno prenda il proprio compito troppo alla leggera. “Succede – spiega Ilaria – che, in quanto volontari, alcune persone si sentono meno responsabili nel ruolo che hanno e ne approfittano. Così, qualche birra a cui hanno accesso diventa più di qualche birra, arrivano in ritardo o spariscono senza avvisare, mettendo in difficoltà altre persone. In questo caso dico: ‘Non fare il volontario. Fatti pagare e vai a lavorare’. Non partire per guadagnarci, ma perché lo vuoi fare, perché nessuno ti sta costringendo. Una volta che scegli di farlo, però, prenditi la responsabilità, fallo bene e abbi rispetto del festival o di qualsiasi ambito in cui lo vai a fare”.


“Una volta che scegli di fare volontariato, prenditi
la responsabilità, fallo bene e abbi rispetto.”


Tribaleggs, che in inglese vuol dire uova tribali, è una realtà longeva. È nata nel 2003 e prende il nome da un viaggio in Africa del primo presidente dell’associazione, Luca Ferri, che, rimasto molto colpito dall’esperienza, una volta tornato a casa, ha cominciato a dipingere immagini tribali un po’ dappertutto, anche su alcune uova di struzzo. L’associazione promuove attività e iniziative a favore dell’integrazione tra popoli e culture, declinate in progetti che hanno ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui quello dell’ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Tra tutti, Fiesta Globàl è l’evento più importante che Tribaleggs organizza, un festival di artisti di strada che trasforma il piccolo borgo che ogni anno si riempie di spettatori, tra cui molte famiglie con bambini.

Foto di un artista di strada con un toro meccanico e delle fiamme
Lyle Rowell e il suo toro meccanico

Ho chiesto a Ilaria di raccontarmi l’episodio del festival a cui è più legata. “I Mutoidi – la risposta – mi sono rimasti molto a cuore e hanno messo un bello scacchettino nella mia riflessione di come affrontare il futuro. Sono artisti che fanno spettacoli di fuoco e costruiscono opere d’arte attraverso la saldatura di metalli. L’anno scorso è venuto Lyle con il toro meccanico costruito tutto da lui. Ho avuto la possibilità di parlarci e mi ha raccontato la sua vita in giro per il mondo a vivere di arte solo sua. Grazie a lui, ho conosciuto questo modo di vivere completamente distante e diverso dal mio, ma che mi ha affascinata tantissimo. Ho capito che, se non ti senti giusto nella vita che stai vivendo, magari ce n’è un’altra che ti appartiene di più”.

Foto di gruppo dei volontari di Fiesta Globàl
I volontari e le volontarie di Fiesta Globàl

Ilaria, insieme a due sue amiche, è tra i più giovani volontari del festival. Fatto da cui scaturisce una riflessione “Ci sono – spiega la ragazza – tanti amici della nostra età che vengono al festival, ma arrivano la sera. Penso che nella maggior parte dei casi sia perché lavorano. Noi tre, invece, essendo studentesse, d’estate ci sentiamo più libere e più leggere nell’affrontare il festival. Anche se non è così pesante. Anzi, ti senti parte della creazione di qualcosa di bello, di artistico, di stimolante. Quindi, senti anche meno la fatica. Poi, si crea quella dinamica per cui sei in compagnia: sei lì, fai il tuo ruolo, ma contemporaneamente chiacchieri, ridi e scherzi. Se sei stanco, arriva qualcuno e ti aiuta. Se non ce la fai più, puoi dirlo tranquillamente, però non è mai successo perché, alla fine, vuoi stare lì”.

Un’esperienza arricchente, insomma, sotto diversi punti di vista. “Vedo – dice Ilaria – tutta questa diversità: persone che non hanno una casa, che girano il mondo, che vivono in un furgone e vivono della loro arte. Poi, cambiano idea e si spostano. E li vedi contenti, e sono liberi. Il volontariato mi ha dato la possibilità di vedere tutti questi modi di vivere diversi che mi fanno sentire arricchita e utile. A pensarci, non lo so se lo faccio per me stessa o per gli altri, però, a prescindere dall’obiettivo, torno a casa con la soddisfazione per quello che ho fatto e per quello che ho ricevuto in cambio. Mi do un’auto-pacca e dico: “Brava, continua così”.

Per approfondire:

www.tribaleggs.org

Valuta questo post
Icona iscriviti alla Newsletter

Informati

con la newsletter
Stai iscrivendo un ETS con la sua e-mail?

CSV Marche ETS - Centro Servizi per il Volontariato delle Marche ETS - Via Della Montagnola 69/a - 60127 Ancona
C.F. 93067520424 - Partita IVA 02596800421 - iscrizione al RUNTS decreto n. 85 del 24/05/2022 | Privacy Policy