Lavoro in Italia: 1 occupato su 6 è nato all’estero; agli immigrati i lavori più precari

Lunedì, 16 Ottobre 2017

Un mercato fortemente globalizzato, ma con forti sperequazioni. Le microimprese sono quelle che assumono più stranieri. I dati di Idos per "Voci di Confine"

ROMA - Paure, pregiudizi e chiusure rendono scivoloso e impervio il percorso di accoglienza degli immigrati in Italia. Eppure la forte globalizzazione del mercato occupazionale assicura una produzione che, con l'export, porta sostanziali benefici per l'Italia. Nell'ambito del progetto "Voci di Confine", il Centro Studi e Ricerche IDOS ha approfondito i dati sulla movimentazione dei rapporti di lavoro nel 2016 (archivio Inail), fornendone una lettura inedita sul contributo dei lavoratori immigrati.
La realtà migratoria è diventata sempre più intrinseca al mondo del lavoro italiano: 3.400.000 lavoratori occupati nati all'estero, in prevalenza cittadini stranieri e in misura ridotta italiani rimpatriati. Gli immigrati rappresentano il 16,6% degli occupati, il 24,9% dei contratti che vengono a cessare, il 25,4% su quelli stipulati nel corso dell'anno e ben il 31,8% sui contratti di quanti vengono assunti per la prima volta. Pertanto, il sistema produttivo occupazionale del paese si può ben dire fortemente internazionalizzato in considerazione dell'origine estera di un sesto degli occupati e di un terzo dei nuovi assunti, nel 2016, seppure per lo più inseriti nei posti di lavoro meno appetibili perché più precari, come attestato dall'elevata ricorrenza delle cessazioni contrattuali.
La necessità di una forza lavoro supplementare colmata dai migranti, che nel futuro aumenterà, attualmente è già fortissima anche perché molti giovani italiani preferiscono recarsi all'estero per trovare un'occupazione più soddisfacente e sono invece ridotti i rimpatri degli italiani emigrati (37.894 nel 2016, sette volte di meno rispetto a una stima realistica degli espatriati).
Ad assumere il 73,4% dei lavoratori nati all'estero, occupati nel 2016, sono le microimprese (fino a 9 addetti), una caratteristica prettamente italiana nello scenario europeo. Ciò rafforza la convinzione che serva un adeguato supporto istituzionale non solo nel mondo imprenditoriale ma anche in ambito sociale.
"Voci di confine – spiega Renata Torrente di Amref, responsabile del progetto – intende portare in luce, attraverso attività di comunicazione e sensibilizzazione in tutta Italia, questa visione della migrazione, visione fondata su dati ed esperienze concrete. Il 26 ottobre, nel giorno in cui in tutte le regioni d'Italia verrà presentato il Dossier Statistico Immigrazione 2017, curato dai Centri Studio IDOS e Confronti, verrà anche lanciato il sito dedicato al progetto, che pubblicherà numerose schede tematiche sul fenomeno migratorio". Il sito sarà raggiungibile dal 26 ottobre all'indirizzo www.vocidiconfine.com

"Voci di Confine" è promosso da: Amref Health Africa Onlus, Amref Health Africa – Headquarters, Africa e Mediterraneo, Associazione Le Réseau, Centro Servizi Volontariato Marche, Centro Studi e Ricerche Idos (IDOS), Comitato Permanente per il Partenariato Euromediterraneo (COPPEM), Comune di Lampedusa, Comune di Pesaro, Etnocom, Internationalia, Provincia Autonoma di Bolzano, Regione Puglia, Rete della Diaspora Africana Nera in Italia (REDANI), Step4, Terre Des Hommes Italia.
Il progetto è cofinanziato dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

Ufficio stampa: Amref